Sperimentare

 
 

Mio padre ha uno strumento antico. L’ha avuto in regalo da un generale in pensione, che era anche il proprietario della casa dove lui viveva. Una specie di eredità.


Lo strumento è proprio particolare. Ha le sembianze di un segaccio da legno, con tanto di manico intarsiato e filo dentato. Si suona con un archetto da violino modificato. E produce un suono che assomiglia ad un sublime canto di donna. Incredibile. Nel vero senso della parola.


Quando mio padre parla di questo strumento, subito tutti insistono per vederlo ed ascoltarlo.


La maggior parte rimane subito colpita e divertita dall’aspetto curioso, e poi estasiata dal suono che esce. E quasi tutti ascoltano con attenzione le poche spiegazioni tecniche sul perché e sul come lo strumento produce quel suono celestiale.


Ma non tutti hanno questa reazione.


Alcuni si rifiutano a priori di credere che quel segaccio può suonare; prendono la cosa come uno scherzo, come una provocazione. E se ne vanno prima di avere avuto la possibilità di scoprire la meraviglia che si cela dietro l’apparenza di un comune attrezzo da lavoro.


Altri invece si fermano all’ascolto e si perdono nella meraviglia. Ma non ascoltano le poche semplici ed essenziali spiegazioni tecniche.


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Mi è piaciuto trasformare lo strano strumento di mio padre in una metafora della vita.


Quando ci si trova di fronte a chi ha voglia di mostrarci qualcosa di nuovo ed inedito, curioso e strano, una visione particolare o anche solo un punto di vista semplicemente diverso, qualcuno quasi si indigna, si rifiuta di ascoltare; e per essere certo di restare al sicuro nell’ambito delle sue conoscenze certificate, rinuncia anche ad un innocuo ascolto.


Ma càpita anche che, soprattutto se chi ci parla si è conquistato una piccola dote di credibilità personale, ci sia qualcuno un po’ più disponibile.

Ma anche in questo caso, spesso si finisce per vivere il tutto da semplici spettatori: curiosi prima, attenti e magari affascinati poi, ma sempre e comunque spettatori.

Solo qualcuno tra i più intraprendenti si arrischia a provare ad approfondire,  per tentare di  scoprire qualcosa di più.

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Ma quando mio padre, dopo averne fatto ascoltare il suono e averne spiegato i segreti, chiede chi tra i presenti vuol cimentarsi in una prova, allora sono veramente pochissimi che sfidano la propria ritrosia e si concedono il tentativo di sperimentare.

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Grazie all’incontro con persone straordinarie e a letture rivelatrici e a riflessioni illuminate, possiamo riuscire a vincere la diffidenza iniziale nei confronti della vita, scoprirne prima e ascoltarne poi il suono meraviglioso, e forse arrivare anche a capire come poter fare per riuscire ad esplorare le infinite possibilità dell’esistenza.


Solo con molto impegno e dedizione si può aspirare a riuscire, un giorno, a “suonare”.  A rendere concreta e pratica la conoscenza teorica.

Occorre curiosità, disponibilità, entusiasmo e fiducia nel fatto che tutto potrà accadere solo in modo molto spontaneo e naturale. 

Presto o tardi, non importa. Di tempo ce n’è!

© 2011 - Paolo Pagnini

 

Sperimentare


Mi sto convincendo sempre più che la vera dimensione reale sia quella del sogno e della musica e dell'arte e che quello che comunemente definiamo reale non è altro che un tentativo di trasposizione, pallida e imprecisa.


26/10/10