Click (& clack)

 
 



Ero sempre stato alla larga dalle reflex. Probabilmente le vedevo come un bel modo per complicarsi la vita. Ma forse stavo solo aspettando l’occasione giusta.

Che è arrivata nel novembre del 2010, quando in occasione di un fine settimana a Firenze, ho avuto la bella idea di chiederne una in prestito.

Al ritorno ho provato a ritoccare alcuni scatti con iPhoto, il programma di gestione delle immagini in dotazione con l’iMac e ne ho pubblicati alcuni su facebook.


I primi commenti mi hanno molto gratificato e ho iniziato a pensare che non avevo tutta questa fretta di restituire l’attrezzo.

Che, per inciso, era una straordinaria D100, la prima reflex digitale prodotta da Nikon nel 2002, che il legittimo e orgoglioso proprietario nonché mio grande amico Carlo mi ha generosamente lasciato utilizzare senza scadenza con l’entusiasmo dell’autentico appassionato e che io ho dunque proditoriamente trattenuto a tempo indeterminato in attesa di decidermi sul da farsi.


Quando, a giugno 2011, il “da farsi” si è indirizzato sulla neonata D5100 (sempre e comunque Nikon) ideale come autoregalo di compleanno, mi sono arreso all’evidenza. Fare fotografie mi piace e mi appassiona.


Sarà il fascino di provare a raccontare “senza parole”, così lontano dalle mie verbosissime abitudini. O forse sarà la tecnologia digitale che rende tutto così facile e immediato e dunque così in linea con la mia indole pigra. Saranno i commenti lusinghieri di amici non necessariamente (o almeno non esclusivamente) compiacenti, sarà che inizio a sentirmi sempre più a mio agio con quei seicento grammi di tecnologia e meccanica di precisione al collo, insomma sarà quel che sarà, eccomi ad accumulare sul capiente hard disc dell’iMac migliaia di scatti.


Per tentare di evitare il “rischio oblio” alcuni li pubblico su facebook, altri li seleziono e includo  in questa pagina.


Pochissimi trovano spazio su libri fotografici (altra meravigliosa applicazione delle possibilità offerte oggi dalla tecnologia), che sono il risultato di un paziente ed affascinante lavoro di selezione, elaborazione, ritaglio e impaginazione.


Mi piace pensare che tutta questa tecnica e tecnologia, in fondo sia soprattutto un grande strumento al servizio dell’immaginazione.


 

Click (& clack)

( io, la storia, la racconto così )